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La Storia di Pescara

Il 2 gennaio del 1927si ebbe la fusione tra Castellammare Adriatico e Pescara


La storia di Pescara è al tal punto antica che sono quasi completamente sconosciute le sue origini. Non molto tempo fa nei pressi del Colle del Telegrafo furono ritrovati reperti che risultano essere risalenti ad oltre seimila anni fa.

Il suo nucleo più antico sorse e si sviluppò lungo il fiume che i romani chiamarono Vicus Aterni. Sotto l’egida romana il sito di Pescara fu particolarmente attivo. Porto di primaria importanza era collegata con la città eterna tramite la via Consolare Tiburtina. A seguito della caduta dell’impero romano la località sembrò sparire dalla storia, facendo quasi svanire totalmente le sue tracce.

Verso la fine del V secolo d.C. fu prima devastata dagli Ostrogoti, poi fu la volta dei Bizantini e verso il 570 venne ad essere conquistata dai Longobardi. Fece parte per oltre cinque secoli del Ducato di Spoleto.

Aternum assunse il nome di Piscaria verso l’anno mille. Sembra che ciò avvenne in riferimento alla pescosità della zona. Sotto il nome di Piscaria fu lungamente sotto il controllo della Abazia di Montecassino.

Centocinque galee agli ordini di Pialy Pascià, un comandante ottomano, si presentarono nel 1556, sottoponendo la città ad un atroce assalto. Il duca di Atri, Giovan Girolamo Acquaviva, oppose una strenua e valorosa resistenza impedendo di fatto la conquista della città. I Normanni occuparono nel XII secolo tutta la regione e anche Pescara. Nei primi decenni del duecento fu sotto la sfera di controllo di Federico II di Svevia.

Dal XIII al XIX secolo il territorio di Pescara, come pure la restante parte della regione, appartenne al Regno di Napoli, che dopo l’annessione della Sicilia, si chiamò Regno delle Due Sicilie. Attorno alla seconda metà del Quattrocento venne data come feudo ai D’Avalos, una casata spagnola di nobili origini, che si imparentò con i D’Aquino, divenendo successivamente marchesi di Pescara. Diventò una piazza d’armi di rilevante importante all’epoca del regno di Carlo V. Grazie alla stabilità politica data dal Regno di Napoli, Pescara conobbe un nuovo momento di grande floridità che si prolungò per quasi tutto il Settecento.

All’inizio del XIX secolo fu occupata dalle truppe francesi e, sotto il regno di Giuseppe Bonaparte, mantenne immutata la sua importanza di bastione militare. Castellammare Adriatico nel 1807, quindi durante l’età napoleonica, diventò comune autonomo aggregato al circondario di Città Sant’Angelo. La città di Pescara fu particolarmente attiva nel 1814 nei moti contro il re di Napoli, Gioacchino Murat. La rivolta carbonara fu duramente repressa nel sangue da parte dei Borboni. Castellammare e Pescara una volta incorporate nel neonato Regno d’Italia ritornarono ad essere protagoniste di un sostanziale e rinnovato sviluppo economico.

Incominciò anche a svilupparsi una borghesia industriale e incominciarono a formarsi importati famiglie di imprenditori. Grazie al fervore di Giacomo Acerbo, ministro d’origine abruzzese, e al prestigio dato dalla figura di Gabriele D’Annunzio, il 2 gennaio del 1927 Castellammare Adriatico e Pescara si fusero, e dalla loro unificazione sorse il territorio che oggi chiamiamo Pescara.

Gli eventi bellici accorsi durante il secondo conflitto mondiali portano morte e distruzione nella città. Solamente i terribili bombardamenti da parte degli Alleati a cui sottoposero Pescara nella tarda estate del 1943 provocarono la morte di oltre 3000 inermi e innocenti civili. Oggi è un’incantevole e accogliente località turistica, con un meraviglioso litorale e un lunghissimo e stupendo lungomare incorniciato da una rigogliosa pineta.

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