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Come funzionano le investigazioni aziendali


Sono molte le ragioni che possono indurre un'impresa a dubitare di un dipendente e, quindi, a richiedere l'intervento di una agenzia di investigazioni per scoprire la verità. I comportamenti sospetti e le condotte scorrette sono, in effetti, in grado di arrecare un danno economico più o meno consistente all'impresa, ed è per questo motivo che devono essere limitati attraverso indagini approfondite. Un caso tipico è quello del dipendente infedele: si riscontra in modo particolare in settori che sono caratterizzati da un alto livello di competitività e all'interno di organizzazioni complesse.

Accade che il dipendente in questione metta a disposizione dei competitor informazioni riservate, o magari le fornisca alla stampa o ad operatori del settore, ricevendo in cambio delle regalie o del denaro. Lo scopo delle investigazioni aziendali è quello di trovare le prove del comportamento scorretto, attraverso la raccolta di informazioni da fonti non ufficiali o addirittura pedinamenti.

Investigazioni aziendali: i finti permessi 104

La casistica delle investigazioni aziendali include anche i finti permessi 104. Di che cosa si tratta? La legge 104 non è altro che la normativa che offre ai lavoratori dipendenti la possibilità di usufruire di permessi retribuiti - per un totale di 24 ore al mese - da sfruttare per assistere un familiare affetto da disabilità grave. Chi abusa di tali permessi agisce, ovviamente, in modo non corretto: insomma, c'è chi si assenta dal lavoro approfittando della 104 ma in realtà impiega le ore di "libertà" per farsi gli affari propri.

La stessa dinamica si verifica nei casi di finte malattie. Gli orari che devono essere rispettati sono noti, con l'Inps che si può occupare di effettuare le verifiche del caso, ma le aziende hanno la facoltà di rivolgersi ad agenzie di investigazione per scoprire se anche negli altri orari i dipendenti si comportano in un modo che è in linea con la presenza di una malattia o di un problema di salute. Insomma, un lavoratore che è in malattia perché ha teoricamente subìto una distorsione della caviglia e poi viene sorpreso mentre pratica jogging al parco non è certo dalla parte della ragione. La legge, per altro, impone che il dipendente che si trova in malattia faccia in modo che la sua condizioni non peggiori.

Cosa succede a chi ha un doppio lavoro

Non mancano i dipendenti che, sfruttando le ore libere previste grazie ai permessi, decidono di arrotondare il proprio stipendio grazie a un secondo lavoro. Non è superfluo mettere in evidenza che anche questa è una condotta scorretta e rientra nella casistica dell’assenteismo sul lavoro (o addirittura di concorrenza sleale del dipendente, se il secondo lavoro viene svolto per un competitor della propria azienda) per cui si rischia di perdere il proprio posto.

Una particolare attenzione deve essere prestata per le indagini informatiche: il riferimento è alle persone che usano Internet o che hanno bisogno del computer per lavorare tutti i giorni. Ci sono aziende che, per esempio, bloccano la possibilità di visitare le pagine dei social network, ma non sempre questo è possibile: a volte, allora, per monitorare l'operato dei dipendenti si opta per le indagini informatiche. Nel caso in cui sia previsto l'impiego di un tablet o di uno smartphone aziendali, invece, i localizzatori GPS permettono di controllare se gli spostamenti eseguiti sul territorio corrispondano a quelli necessari per lo svolgimento delle mansioni professionali.

Tutte queste investigazioni permettono di raccogliere prove che, nei casi più gravi, possono arrivare alla conclusione di un rapporto di lavoro. La legge, infatti, prevede che le informazioni che vengono raccolte dagli investigatori privati possano essere impiegate in sede giudiziaria come causa di licenziamento. Oltre alle indagini post-assunzione, comunque, un'azienda può richiedere anche delle indagini pre-assunzione: accade per la selezione di dirigenti o comunque di persone destinate a incarichi di responsabilità. In situazioni del genere, quindi, si preferisce effettuare dei controlli sia sulla vita privata che sulle precedenti esperienze professionali dei candidati.

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