  Intervista

Il Museo Parlante


Il 3 dicembre è stato aperto ufficialmente, dopo venticinque anni di grande attesa e lavoro, non ultimo il fermento dei recenti restauri, il Museo dell’Agro-veientano, uno spazio completamente dedicato alla storia del nostro territorio, da Formello e per tutto l’Agro che si estende fino al XV Municipio.
Nato con l’intento di preservare i reperti alloggiati un pò ovunque, così come ci raccontava la direttrice del Museo, Dottoressa Iefke van Kampen, in una precedente intervista, a oggi è un punto saldo del complesso di Palazzo Chigi, insieme all’Ostello Maripara, alla Biblioteca Comunale e a Mansio.

Siamo quindi tornati, a più di un mese dall’apertura, per avere qualche altra informazione sul Museo.
Dottoressa van Kampen, il Museo ha finalmente preso forma, cosa ci si aspetta da questa struttura?
"Il Museo ha, e avrà, un ruolo importante, un centro da cui partire o dove tornare per esplorare i siti che il territorio offre. La vocazione di un museo civico archeologico è quella di trovarsi ovunque un luogo culturale lo richieda.
Un esempio tangibile è la Catacomba di Monte Stallone che la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra ha affidato al Museo perché questa fosse studiata, ricostruita, preservata, anche se non è di proprietà del Museo. Uno degli intenti quindi resta quello di intraprendere altre convenzioni che possano valorizzare il nostro patrimonio artistico.
E l’altro compito del museo sarà quello di attrarre anche chi già lo ha visitato, lo abbiamo pensato perché fosse un organismo vivo non un museo immobile.

Avete seguito, o seguirete, un metodo specifico per arrivare a questo tipo di interattività?
Diciamo che perché lo sia andrà implementato e aggiornato continuamente, il lavoro quindi non si è fermato con l’apertura.  
Poi sarà fondamentale avere sempre delle mostre temporanee, incentrate sul territorio, nella Sala Ward-Perkins al primo piano e che i nuovi contenuti multimediali siano sempre aggiornati, fruibili tramite il QR code, previsto come elemento fisso su ogni pannello esplicativo.
Inoltre, stiamo lavorando su una versione di MOVIO utilizzata per il nostro allestimento "fisso". MOVIO è un prodotto Open Source lanciato dal Ministero e pensato per la creazione di mostre virtuali, sia in italiano che in inglese. Utilizzarlo per un allestimento fisso è stata una scommessa ma un buon investimento e qualora non si abbia con sé uno smarthphone o un tablet il museo lo fornisce all’ingresso. Ogni contenuto visitabile all'interno è quindi anche visitabile dall’esterno tramite la linea wi-fi.
Per questo allestimento sperimentale siamo entrati in un progetto pilota della comunità europea che fa capo all’Agreement Athena Plus .

Ha mai la sensazione che tutto questo sarà apprezzato di più tra venti anni?
Sarà la prova del nove! Per chi ci lavora come me da molto tempo lasciare un qualcosa che rimanga è assolutamente più importante che chiedersi se sarà apprezzato. Perché consegniamo il passato nelle mani del futuro, quindi di certo lo sarà.
Molti non sanno che il Museo dell'Agro Veientano è anche un "marchio" di edizione, con un proprio numero ISBN e ci sono tante pubblicazioni importanti che ricalcano appunto il lavoro svolto ma soprattutto l’acquisizione di reperti storici, scoperte incredibili, articoli scritti da me, e da altri collaboratori come Michele Damiani.
Voglio ricordare alcune mostre importanti a cui sono seguite anche delle pubblicazioni storiche "Dalla Capanna alla Casa” del 2003, che ha riportato i reperti dell'agro- veientano a Formello, e "I Chigi a Formello" che per la prima volta ha aperto le ricerche sulla fase seicentesca chigiana nel feudo a Nord di Roma.
Insomma di elementi da apprezzare ce ne sono già e sono certa siano apprezzati da molti anche oggi.

Possiamo suggerire alcuni pezzi importanti che il museo ospiterà e, se possibile, il luogo del loro ritrovamento?
Difficile stringere su pochi, ogni pezzo rappresenta un tassello conquistato e quindi di per sè molto importante. Comunque ne scelgo 5. Oltre al Maripara, l'Imperatore e il rilievo di Mitra che già conosciamo, abbiamo delle peculiarità e inizierei con la Testa di Sfinge ritrovata presso la Tomba Campana, per poi passare alla Collana d'oro ritrovata presso Monte Michele, tomba 6. Poi il Frammento  di scena narrativa, ancora da pubblicare, raffigurante un eroe che combatte un mostro, eseguito in impasto rosso con piccoli inserti in bronzo. E concluderei con altri due pezzi, l'Iscrizione, su un minuscolo vasetto per profumi, del nome del proprietario della tomba presso il Tumulo Chigi e le bellissime Teste in terracotta del deposito votivo di Veio-Campetti che nel nuovo allestimento parleranno.

Un anno fa, circa, è nato anche il Maneat che vede più musei unirsi in un percorso comune di visite guidate, mostre, produzioni editoriali. Ci spiega di cosa si tratta?
Lavoro a questo progetto dal 2009 e esserne diventati Comune capofila è ovviamente una grande soddisfazione. L’intento era quello di far rinascere una collaborazione tra i paesi un tempo parte del Feudo Chigi e del Feudo Orsini, di riportare alla luce le antiche radici che accomunavano gli Etruschi e i Falisci.
La sigla MANEAT vuol dire Musei di Arte Natura Etnografia Archeologia del Territorio (in Latino significa "che rimanga").
La convenzione è stata firmata il 9 settembre e comprende “L’Opera Bosco - Museo di Arte nella Natura” di Calcata, “Il Museo Civico Archeologico” di Campagnano di Roma, “L'Art Forum Würth” di Capena, il nostro “Museo dell’Agro Veientano”, “Il Museo Storico-etnografico Casolare 311” di Formello, “Il Museo Civico Archeologico-Virtuale di Narce” di Mazzano Romano, “La Fondazione Baruchello”  di Roma, “Il Museo del Patrimonium” di Sutri e “Il Museo Civico Etrusco Romano” di Trevignano Romano.  

Insieme siamo in qualche modo voluti uscire dalla zona “hic sunt leones” cioè quella che “non ci andare li perché ci sono i leoni”. Così adesso anche altri comuni e altri musei sono in procinto di entrare.

Per chi volesse visitarlo l'Archeoclub il 28 Gennaio dalle 10 organizza:
Intervista a Iefke van Kampen a cura del coordinatore regionale di Archeoclub d'Italia, Claudio Lo Monaco
Visita guidata al Museo.

INGRESSO LIBERO


 
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