Copertina rossa, un cane in fuga mentre tiene tra i denti una copia del giornale e una feroce folla dalle sembianze canine ad inseguirlo. Sono l'ex presidente Sarkozy, la presidente del Fronte Nazionale Marine Le Pen, Papa Bergoglio e uno jihadista, rappresentato come un grosso lupo nero con un kalashnikov tra le braccia. Sulla destra una scritta:
C'est riparti!- si riparte.
Si presenta così, questa mattina in edicola, il
numero 1179 del settimanale satirico francese
Charlie Hebdo, il secondo dopo la strage del mese scorso.
Era il 7 gennaio scorso quando tre uomini, incappucciati e armati di kalashikov, attaccavano la sede del settimanale:
12 i morti, tra i quali
Stephan Charbonnier, direttore del giornale.
Il 21 gennaio appare un nuovo numero in edizione straordinaria. Sulla copertina il profeta Maometto, con una lacrimuccia a solcargli il viso e un cartello:
“Je suis Charlie!”. Sopra la sua testa un'altra scritta:
Tout est pardonnè!, ossia “tutto è perdonato”.
Sette milioni le copie vendute in tutto il mondo.
Un ritorno, dopo circa un mese di assenza, che sembra annunciare: “la vita riprende”. Un ritorno, quello di oggi, che non smentisce il
tono satirico, anticonformista e anti-religioso del giornale, che segna un punto a favore per quel diritto inviolabile che è la libertà di stampa. Un ritorno da
2,5 milioni di copie. Un ritorno che divide nuovamente in due l'opinione pubblica, che da lati opposti si scontra al grido di
provocazione o libertà.
La storia di Charlie affonda le sue radici nel 1960, quando
Georges Bernier e
François Cavanna fondarono il mensile
Hara-Kiri. Nel febbraio del 1969 il mensile si trasforma in settimanale, cambiando nome in
Hara-Kiri-Hebdo. Fin da subito, il giornale si contraddistingue per il suo tono polemico e anticonformista.
Le
prime vignette su Maometto fecero la loro comparsa nel febbraio del 2006, con una serie di caricature già apparse sul giornale danese
Jyllands-Posten. Furono
vendute 400 mila copie. In quell'occasione il Consiglio Francese del culto Musulmano chiese di mettere il numero al bando, ma la richiesta fu respinta.
Nel 2011 un primo attacco: un incendio doloso colpì la redazione del Charlie Hebdo, distruggendola completamente e il sito del giornale finì sotto l'attacco di hacker, dopo l'uscita in edicola di un numero intitolato “Sharia Hebdo”. Si parlò subito di un
attentato di matrice islamista.
Oggi il giornale è pronto per un nuovo inizio, con
Laurent Sourisseau (alias Riss) successore di Charbonnier e un costante ed unico obiettivo:
difendere le libertà individuali.