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Uova contaminate: Italia non coinvolta

Segnalate uova contenenti insetticida


Il caso delle uova olandesi contaminate da fibronil, un insetticida usato contro i parassiti delle galline, sembra al momento non interessare il Bel Paese. L'esportazione delle uova contaminate ha coinvolto nel caso molti paesi europei, tra cui Francia, Svizzera, Gran Bretagna e Svezia.

A causare la contaminazione – così come si legge in un articolo del Corriere della Sera - sarebbe stata una partita di Dega – 16 commercializzato dalla società olandese Chickfried, la quale si sarebbe a sua volta rifornita da un distributore di prodotti chimici con sede in Belgio. L'uso del fibronil, usato nella lotta contro acari, zecche e pulci, è vietato su animali destinati alla catena alimentare e, se ingerito in grandi quantità, risulta essere tossico per l'uomo.

Ritirate in Germania 10 milioni di uova

Nel territorio tedesco sono state ritirate dai supermercati circa 10 milioni di uova. Alcuni supermercati hanno interrotto la vendita del prodotto, in attesa che venga fatta luce sulla situazione.

L'Italia al momento non sembra essere coinvolta dalla contaminazione delle uova. In una nota emanata dalla Direzione generale per l'igiene e la sicurezza degli alimenti del Ministero della Salute si afferma che in Italia non risultano distribuzioni di uova contaminate. In seguito alla segnalazione, il Ministero ha invitato Regioni e Province autonome ad effettuare controlli sul territorio.

Esportazioni di uova al minimo in Italia

Dato importante e da non sottovalutare riguarda la produzione di uova italiane, che da sola copre quasi totalmente il fabbisogno. Il 94,8% delle uova consumate in Italia proviene dalla nazione. Le probabilità, dunque, che anche nella nostra Penisola siano state commercializzate uova contaminate provenienti dall'Olanda è minima.

L'allerta si è diffusa soprattutto in Germania e Svizzera, dove le partite di uova contaminate sono state numerose. La catena tedesca di supermercati Aldi ha ritirato la vendita di uova in tutti i punti vendita delle due nazioni. Ad oggi in Belgio, in cui ha sede la società ritenuta responsabile della contaminazione, sono già stati bloccati 51 allevamenti e 86 sono sotto osservazione.

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