Il taekwondo è una tipica arte marziale coreana, praticata sia al fine della difesa personale sia come sport agonistico ma anche come strumento di meditazione e riflessione filosofica.

Caratteristica particolare rispetto alle altre arti marziali è il massiccio utilizzo delle tecniche di calcio. È l'etimologia del nome stesso, infatti, a rivelare proprio questa caratteristica: il termine coreano taekwondo, costituito dalle sillabe tae, kwon e do, può pertanto essere tradotto con «la via dei pugni e dei calci».

L'origine del taekwondo affonda le sue radici in un'altra arte marziale, il Taekkyeon,  praticata in Corea già a partire dal Periodo dei Tre regni: fu infatti nel regno di Silla che la tecnica di combattimento si sviluppò, giocando un ruolo fondamentale nelle vicende storico-militari del regno stesso. Dopo l'unificazione dei Regni, la disciplina si diffuse in tutta la Corea ma, successivamente all'occupazione giapponese, questa fu ben presto repressa e vietata, favorendo la diffusione delle arti marziali tipicamente nipponiche.
Nonostante la sua messa a bando, il taekkyeon continuò ad essere praticato clandestinamente permettendo così la sua evoluzione nel taekwondo.

Dopo la sconfitta del Giappone e la fine della Seconda Guerra mondiale, la Corea riacquistò la propria libertà ed insieme a questa fu ripresa la pratica delle arti marziali tradizionali. L'apertura di molte scuole favorì la diffusione del taekwondo, anche al di fuori della Corea.

Nel 1966, il generale coreano Choi Hong Hi fondò l'International Taekwon-Do Federation (ITF) ed proprio per questo motivo è considerato il fondatore del taekwondo.

Insieme al judo, il taekwondo è una delle arti marziali previste tra le discipline dei giochi olimpici. Presentato per la prima volta come sport dimostrativo alle Olimpiadi di Seul del 1988 e successivamente anche a quelle del 1992 di Barcellona, solamente nel 2000 inserito ufficialmente tra gli sport olimpionici, in occasione dei giochi di Sydney.

Strutture Sportive

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