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A svolgere l'attività di amministratore condominiale possono essere sia le persone fisiche che giuridiche, purché possiedano i requisiti stabiliti dalla norma, fra cui il conseguimento del diploma di maturità ed un corso di formazione specifica. Alcuni di questi requisiti decadono se viene nominato amministratore un condomino dello stabile.

C'è da dire, invero, che rispetto al passato i compiti e i doveri dell'amministratore sono accresciute, a seguito dell'entrata in vigore della legge 220/2012. Per questo motivo è buona prassi affidarsi a veri professionisti, che posseggano un'approfondita conoscenza della recente riforma riguardante la disciplina del condominio negli edifici e una formazione in continuo aggiornamento

La norma stabilisce che la nomina di amministratore abbia la validità di un anno. In seguito, qualora la nomina non sia stata revocata, questa è da considerarsi rinnovata anche per l'anno seguente. A revocare la nomina sono i condomini in sede di assemblea, come prevede il regolamento di condominio. In certi casi, è l'autorità giudiziaria a provvedere alla revoca sotto richiesta di anche uno solo dei condomini. Ciò può accadere nel caso in cui l'amministratore:

• non abbia provveduto alla stesura del rendiconto
• non abbia indetto l'assemblea per l'approvazione dei conti;
• si sia rifiutato di convocare l'assemblea per la nomina di un nuovo amministratore;
• non abbia aperto un conto corrente condominiale;
• non si occupi della cura dei registri.