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Parte il Sia, un nuovo sostegno per 1 milione di cittadini

Sostegno all'Inclusione Attiva


Il Sia, "Sostegno all’inclusione attiva", è un nuovo strumento, che è disponibile dallo scorso venerdì ed è destinato a 1 milione di cittadini che versano in "stato di povertà". Una misura che vuole contrastare la povertà ed insieme permettere a quelle famiglie che versano in condizioni di estremo bisogno di tornare ad essere autonomi dal punto di vista sociale ed economico. Uno sforzo che riguarda comunque una parte delle persone in condizioni di povertà, in quanto l’Istat ha stimato che nel nostro paese la cifra sia di circa 4,6 milioni.

Il nuovo sostegno per le persone in stato di povertà è stato "pensato" come una forma di "accompagnamento" per chi ne beneficia all'interno dei progetti di "attivazione sociale e lavorativa" che i vari comuni stanno realizzando; questa condizione è tassativamente necessaria se si vuole usufruire del riconoscimento del Sia, che ha un importo variabile, collegato al numero di persone che compongono la famiglia, e va da un minimo di 80 euro mensili fino ad un massimo di 400 euro mensili.

Questi importi verranno accreditati ai beneficiari, con scadenze bimestrali, su una tessera che consente di fare acquisti nei supermercati o nelle farmacie convenzionate, oppure sono spendibili per pagamenti alle poste, ad esempio di bollette.

Per quanto riguarda i requisiti necessari per l’ottenimento del Sia, la cittadinanza italiana o comunitaria, oppure essere familiare del richiedente. La richiesta di ammissione al Sia può essere effettuata anche dagli stranieri che abbiano un regolare permesso di lungo soggiorno, che devono effettuare la richiesta solo al proprio Comune.

Dopo la richiesta l’Amministrazione Comunale effettua alcune verifiche, come ad esempio la residenza nel comune da almeno due anni, e il "non possesso" di una vettura comprata nel corso dell’ultimo anno, oppure nel corso degli ultimi 3 anni nel caso in cui la vettura abbia una cilindrata superiore ai 1300 cc. Terminate le verifiche la pratica viene trasmessa dall’Amministrazione Comunale alla sede INPS competente che effettua a sua volta delle verifiche all’interno della famiglia per quanto riguarda presenza di minori o di donne in gravidanza, assenza di indennità di disoccupazione o similari e di sussidi pubblici nella misura superiore ai 600 euro al mese. 

Si verifica inoltre l'Isee che per i richiedenti deve risultare inferiore a 3.000 euro, una cifra che da parte di molti esperti è stata giudicata molto bassa e che restringerebbe il campo di usufruibilità a circa 200mila famiglie sull’intero territorio nazionale. Chi riceve il sussidio deve inoltre essere inserito, tassativamente, nei progetti personalizzati dei vari Comuni. La complessità dei requisiti richiesti, secondo gli esperti in materia, renderà necessario per la maggior parte dei casi di rivolgersi ai vari Caf e Patronati.
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